lunedì 10 novembre 2008

Caso profughi, il prefetto decide il censimento

All´incontro anche il questore Faraoni I funzionari si recheranno nell´ex clinica San Paolo di Sara Strippoli Vertice senza rifugiati: "Non saliamo senza i ragazzi dei centri sociali" Il Vertice in prefettura sul futuro dei profughi che occupano la clinica San Paolo si è svolto senza la presenza dei rifugiati, che non hanno accettato di partecipare all´incontro senza i due ragazzi del comitato di solidarietà che li accompagnavano. Ai quattro profughi in rappresentanza dei quattro Paesi (Etiopia, Eritrea, Somalia e Sudan), la prefettura ha infatti confermato che Paolo Padoin non avrebbe ricevuto rappresentanti dei centri sociali. Ne è seguito un vivace dibattito sotto i portici di piazza Castello, al termine del quale è stato concesso l´ingresso soltanto a Deka Aden Tessiore, una donna somala residente in Italia, dove si è laureata, da mesi impegnata a seguire la vicenda dei suoi connazionali e degli altri, che a lei si sono rivolti per un aiuto quando dormivano alla stazione o al parco del Valentino. L´altra persona ammessa al tavolo (presenti anche il questore Aldo Faraoini e il vice Spartaco Mortola), un portavoce dell´assessore Migliasso per la Regione) è stato il presidente dell´associazione somala Mohamed Adensheikh, medico ed ex-consigliere comunale. È stato vano l´appello di Deka Tessiore perché il prefetto ammettesse alla riunione anche i due rappresentanti del comitato. Al termine dell´incontro, la donna dice tuttavia di essere soddisfatta: «Mi sembrano davvero intenzionati a risolvere la situazione», è stato il suo primo commento. Il primo passo sarà il censimento. Il prefetto Paolo Padoin è convinto che sia possibile arrivare ad avere l´elenco con la collaborazione delle associazioni «e se non fosse possibile potrebbe essere la protezione civile a censire gli occupanti inviando un suo mezzo davanti all´ex-clinica San Paolo». E ha ripetuto: «Prima di capire cosa si può fare dobbiamo chiarire la posizione di tutti». L´assessore con delega alla protezione civile Beppe Borgogno è pronto ad organizzare il censimento sul modello di quanto fatto in via Bologna «a condizione però che siano presenti i servizi sociali. Non sono disponibile a fare un censimento coatto». L´ipotesi di un censimento da parte della protezione civile è accettata anche dai rappresentanti del comitato di solidarietà: «Niente in contrario, anche se tutti i dati dovrebbero già essere a disposizione attraverso la registrazione dell´ufficio stranieri. Ci pare che la riunione di oggi non rappresenti alcun passo avanti significativo visto che non viene indicata nessuna soluzione, in primo luogo per la concessione della residenza». Dal Comune è arrivata la richiesta ufficiale al prefetto affinché il governo intervenga con ulteriori fondi. Il problema della residenza sarà affrontato oggi in una riunione richiesta da Borgogno: «Credo che le vie ci siano, ad esempio una domiciliazione collettiva. So che il Gruppo Abele sta studiando il problema e credo sia importante sentire tutte le ipotesi percorribili prima di decidere». L´assessore provinciale Salvatore Rao critica Palazzo Civico: «è fondamentale che il Comune dimostri maggiore disponibilità a collaborare con le altri istituzioni e le associazioni». La residenza, aggiunge «è il passo necessario perché i rifugiati possano diventare cittadini a tutti gli effetti. Sono 4.900 le domande dei richiedenti asilo presentate da gennaio ad oggi in questura e invito i comuni che aderiscono alla rete delle città asilo ad ampliare il numero dei posti di accoglienza». L´eurodeputato di Prc Vittorio Agnoletto ha presentato ieri un´interrogazione prioritaria alla commissione europea: «Intervenga l´Europa, l´Italia non rispetta le convenzioni internazionali sui rifugiati». (06 novembre 2008)

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