venerdì 22 gennaio 2010

Immigrazione: presentato il primo rapporto AUR. Stufara: "L'Umbria accogliente non deve abbassare la guardia"

"L'Umbria sempre di più multietnica e accogliente, negli ultimi 20 anni ha realizzato mille621 progetti sulle tematiche dell'immigrazione. Ora, con quasi 90 mila immigrati regolari presenti nel territorio regionale, non dobbiamo fermarci, al contrario, dobbiamo costruire nuovi percorsi di inclusione e integrazione sociale partendo dalla conoscenza del fenomeno anche grazie a importanti studi come quello che presentiamo oggi". Lo ha affermato stamani a Perugia l'assessore regionale alle politiche sociali, in occasione della presentazione del Primo Rapporto sull'Immigrazione in Umbria realizzato dall'Agenzia Umbria Ricerche. All'incontro, oltre all'assessore Stufara, sono intervenuti il presidente dell'"Aur", Claudio Carnieri, il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, il direttore dell'Aur, Anna Ascani, la ricercatrice dell'Agenzia, Elisabetta Tondini, Paolo Montesperelli e Paolo Naso, docenti delle Università di Salerno e La Sapienza di Roma. Erano presenti il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Nicola Rossi e il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. La presentazione del Rapporto continua nel pomeriggio con una tavola rotonda coordinata dal giornalista Giuliano Giubilei, alla quale interverranno Flavio Lotti, coordinatore del Tavolo della Pace, Giuseppe Silvestri, direttore della Direzione Immigrazione del Ministero del Lavoro, Alì Adel Jabbar, sociologo dell'Università Ca' Foscari di Venezia, mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas, Stefania Giannini, rettore dell'Università per Stranieri di Perugia, Sumaya Abdel Qader, scrittrice e Anselmo Botta, dirigente CGIL. Illustrando i tratti salienti dello studio Stufara ha sottolineato che "la presenza di migranti in Umbria si appresta ad oltrepassare la soglia del 10per cento della popolazione, soglia mai raggiunta in alcuna regione italiana e che l'Umbria potrebbe superare per prima. Si stima, inoltre - ha aggiunto - una ulteriore crescita nei prossimi anni per raggiungere, nel 2014, il 15 per cento". Per l'assessore si tratta di "un dato quantitativamente rilevante che si è prodotto in un tempo relativamente breve. Segno, questo, di una stabilizzazione delle migrazioni nella nostra regione che da terra di passaggio diviene una meta per stabilirsi e lavorare". "Lo studio evidenzia anche un elevato grado di integrazione più sul versante sociale che su quello lavorativo - ha detto l'assessore - e una capacità di andare ben oltre la semplice accoglienza. Emerge infatti, un fitto reticolo di relazioni e collaborazioni in azioni che riguardano i singoli contesti locali fra istituzioni, soggetti e territori, che contribuisce a mantenere elevato il livello di protezione sociale. In pratica - ha detto - in Umbria sono stati sperimentati percorsi e attuate politiche che hanno permesso di costruire le condizioni per far crescere l'inclusione e l'inserimento sociale dei nuovi cittadini. La legge regionale umbra sull'immigrazione risale al 1990, agli inizi di questo processo. In vent'anni di applicazione della ‘18/1990' sono stati realizzati ben 1621 progetti particolarmente radicati e capillari nei territori e nelle comunità locali, con un protagonismo diffuso di associazioni, cooperative, scuole e municipalità". In proposito grande interesse ha suscitato in molte zone del paese l'esperienza condotta in Umbria di insegnamento della lingua e della cultura civica italiana ai migranti utilizzando il web, le radio e le emittenti televisive locali. "Abbiamo voluto - ha detto Stufara - declinare in forma contemporanea quanto in Italia già accadde negli anni '60, nella fase in cui il servizio pubblico radiotelevisivo svolse un ruolo primario nell'alfabetizzazione del paese attraverso la celebre trasmissione ‘Non è mai troppo tardi' del maestro Manzi". "Dal Primo rapporto sull'immigrazione - continua l'assessore - emerge anche che interi comparti economici nella nostra regione si reggono ormai prevalentemente sul lavoro delle maestranze migranti come l'edilizia, così presente in Umbria. Questi lavori, insieme all'agricoltura ed alle attività di cura nelle case dei nostri anziani non potrebbero continuare a svilupparsi se private dell'apporto degli immigrati e delle immigrate. Un lavoro che per i migranti, ancor più che per gli autoctoni, è precario e poco qualificato, con dei riflessi critici anche sul versante della sicurezza". Tra i punti delicati e sui quali è ormai inevitabile avviare profonde riflessioni, Stufara evidenzia "la grande questione delle seconde generazioni, con tutto il carico di difficoltà nella costruzione della propria identità per quei giovani, spesso nati e cresciuti nelle nostre terre, figli di immigrati, e per i quali la legislazione italiana appare arretrata ed inadeguata". Di primaria importanza anche i gravi risvolti che il razzismo e la xenofobia sempre più diffusi stanno provocando. "Le campagne di odio - ha detto - sono di grande pericolosità. Le eccessive e brutali semplificazioni che non tengono conto della complessità delle problematiche legate all'immigrazione forniscono parziali risposte securitarie facendo lievitare la clandestinità e dando vita ad una vera guerra tra poveri. Occorre invece un approccio concreto e pragmatico per evitare ulteriori effetti drammatici della crisi". Il presidente dell'Aur, Claudio Carnieri, ha spiegato che "il problema fondamentale che esce squadernato da questo rapporto è la necessità di lavorare per costruire consapevolmente le piste cognitive, le culture, le consapevolezze, per fare di questa nuova realtà multietnica, un tratto essenziale della quotidianità, della vita democratica delle nostre città e dell'identità complessiva dell'Umbria contemporanea". Per Carnieri la lettura del volume non può prescindere dalla conoscenza di alcuni dati essenziali: il totale degli stranieri in Umbria è di 85mila 947, per il 22,9 per cento sono di cittadinanza romena, il 18per cento albanese, il 10,7 per cento marocchina. Nella divisione per provincia 67mila296 sono residenti nella provincia di Perugia, 18mila651 in quella di Terni. Le donne hanno una presenza prevalentemente con 35mila,655 contro 31mila 641 maschi a perugia e 10mila 335 donne contro 8mila316maschi nella provincia di Terni. "Questa nuova dimensione demografica dell'Umbria - ha precisato il presidente dell'Aur - non costituisce solo uno straordinario cambiamento dei caratteri sociali e culturali della comunità regionale, ma può rappresentare un'enorme opportunità per un arricchimento forte del senso di sé che fa l'identità di un territorio. Quello che è in gioco oggi è una nuova e più ricca trasformazione della qualità sociale e civile della regione che vent'anni fa è stata all'avanguardia nelle politiche di accoglienza. Dipende da ciascuno che questa prova sia vissuta e costruita come obiettivo di tutti".

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