martedì 19 aprile 2011

Silenzio e indifferenza sulla morte di 63 persone

Mi chiedo: perché stanno in silenzio le istituzioni Europee e la NATO di fronte ad un atto così grave, crudele e disumano che stiamo denunciando? Il diritto internazionale marittimo, che obbliga a salvare chi si trova in pericolo di vita, è stato violato da chi ha visto il gommone carico di profughi in fuga dalla guerra in atto in Libia.

Il gommone era partito da Tripoli il 25 marzo con 72 persone a bordo (tra cui 2 bambini): 7 provenienti dalla Nigeria, 6 dal Ghana, 5 dal Sudan. 7 dall'Eritrea e il resto dall’Etiopia. Dal 26 Marzo, tardo pomeriggio, erano state perse le tracce. Sono stati successivamente localizzati, per l'ultima volta, a circa 60 miglia da Tripoli e poi il nulla. Noi abbiamo più volte segnalato la loro scomparsa: ci è stato detto che non sono stati trovati. Siamo stati contattati da 9 persone sopravvissute alla tragedia: dopo due settimane in mare sono tornati a Tripoli; raccontano di essere sopravvissuti in undici, due donne e nove uomini; la corrente del mare li ha portati a Zelatien, dove i militari di Gheddafi li hanno presi e messi in carcere, qui due persone, un ragazzo e una ragazza, muoiono perché non sono stati soccorsi e curati. Dopo qualche giorno 7 dei sopravvissuti sono stati trasferiti nel carcere di Tuweshia a Tripoli, mentre due sono stati portati nell'ospedale di Zelatien.
Raccontano come sono stati abbandonati da diversi navi militari, anche pescherecci addirittura da un elicottero, che si è avvicinato fornendo loro da bere, ma lasciando poi morire 63 persone, tra cui donne e bambini. Ha commesso un atto disumano chi ha visto quel gommone non ha prestato soccorso! E' un'omissione di soccorso quella compiuta dalle navi militari (e dallo stesso elicottero), che hanno incrociato il gommone e non hanno mandato dei soccorsi.
Queste sette persone sono testimoni della tragedia; ho parlato con uno di loro che ha perso la moglie, morta per la mancanza di cibo e d'acqua. Il loro gommone è rimasto fermo perché era finito il carburante; il migrante che guidava il gommone, un ragazzo del Ghana, non sapeva neanche utilizzare il GPS che aveva sul telefono, ha chiesto aiuto, ha tentato di parlare anche con la guardia costiera italiana, ma non si sono capiti.
Chiediamo che la NATO faccia piena luce su questa vicenda: perché queste 63 persone sono state lasciate morire? Di chi era l'elicottero che si è limitato a fornire acqua ai profughi senza poi mandare i soccorsi? Quali sono le navi militari che hanno avvistato il gommone nei giorni tra il 25 - 30 marzo. Queste persone sono morte perché qualcuno ha deciso di non soccorrerle. Vogliamo sapere di chi è stata questa scelta! I sopravvissuti ora si trovano a Tripoli grazie al vento che li ha sospinti verso le coste.
Chiediamo giustizia per quelle persone che hanno perso la loro vita a causa della negligenza di qualcuno. Chiediamo giustizia per le loro famiglie che sono state private dei loro cari a causa di scelte disumane prese da qualcuno.
don Mussie Zerai

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