lunedì 21 agosto 2017

Oggi Messaggio del Papa per la 104.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018

LUNEDÌ 21 AGOSTO 2017

Oggi Messaggio del Papa per la 104.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018
(a cura Redazione "Il sismografo")

(LB) Oggi a mezzogiorno la Sala stampa della Santa Sede pubblicherà, in diverse lingue, il Messaggio di Papa Francesco per la 104.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018. Sarà il quinto Messaggio del Santo Padre dall'inizio del suo pontificato.
Le Giornate e i Messaggi precedenti (sotto il pontificato di Francesco)
2017 - 103° - “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”
2016 - 102° - “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”
2015 - 101° - “Chiesa senza frontiere, Madre di tutti”
2014 - 100° - “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”

Breve storia della Giornata mondiale delle migrazioni (Testo di P. Gabriele F. Bentoglio, C.S. - Sotto-Segretario dell'ex Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti)
1. Storia della Giornata annuale
Il primo Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato coincide con una data importante, poiché nel 2014 ricorderemo che l’istituzione di una specifica giornata celebrativa avvenne esattamente cent’anni fa. Infatti, il 6 dicembre 1914, a pochi mesi dall’inizio del pontificato di Benedetto XV, che ereditava da San Pio X un fecondo e dinamico patrimonio di sensibilità e di concrete iniziative nell’ambito della pastorale delle migrazioni,(1) la Congregazione Concistoriale inviava agli Ordinari Diocesani Italiani la lettera circolare “Il dolore e le preoccupazioni”, nella quale si chiedeva, per la prima volta, di istituire una Giornata annuale di sensibilizzazione e, poi, di raccolta di denaro in favore delle opere pastorali per gli emigrati Italiani e per il sostentamento economico di un Collegio, appositamente fondato a Roma, per la preparazione dei missionari d’emigrazione.
L’anno successivo, il 22 febbraio 1915, la medesima Congregazione inviava una lettera pure agli Ordinari Diocesani d’America, chiedendo che anch’essi si facessero carico di raccogliere fondi per la sollecitudine pastorale in favore degli emigrati italiani.
La Congregazione Concistoriale fissava la data della celebrazione, per l’Italia, nella prima domenica di quaresima e, dunque, la prima Giornata ebbe luogo il 21 febbraio 1915. Poi, nel 1928, la Concistoriale la trasferì alla prima domenica d’avvento.
La Costituzione Apostolica Exsul Familia, nel 1952, raccomandò che si celebrasse una giornata annuale “pro emigranti”, allargata però anche a emigrati “di altre nazionalità o lingue”, oltre agli italiani, da tenersi in tutto il mondo, nella prima domenica d’avvento.
L’Istruzione De pastorali migratorum cura, nel 1969, ribadì l’importanza della “Giornata del migrante” a livello mondiale e per tutti i migranti, e decise che fosse “celebrata nel periodo e nel modo che le circostanze locali e le esigenze d’ambiente sociale suggeriscono” (24.6).
L’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, nel 2004, costatò l’estensione della Giornata anche ai rifugiati, stabilendo che “al fine di sensibilizzare tutti i fedeli ai doveri di fraternità e di carità nei confronti dei migranti, e per raccogliere gli aiuti economici necessari per adempiere gli obblighi pastorali con i migranti stessi, le Conferenze Episcopali e le rispettive Strutture Gerarchiche delle Chiese Orientali Cattoliche fissino la data di una ‘Giornata (o Settimana) del migrante e del rifugiato’ nel periodo e nel modo che le circostanze locali suggeriscono, anche se in futuro si auspica ovunque una celebrazione in data unica” (EMCC, Ordinamento giuridico-pastorale, art. 21).
Infine, il Santo Padre Giovanni Paolo II la fissò per tutta la Chiesa ne “la prima domenica dopo l’Epifania, quando questa è spostata alla domenica, e la seconda domenica dopo l’Epifania quando questa resta al 6 gennaio”, in pratica la prima domenica dopo il Battesimo di Gesù (Lettera N. 563.995, del 14 ottobre 2004, a firma di S.E. il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato).
2. I messaggi per la Giornata
In un primo tempo la Giornata fu accompagnata da un messaggio inviato ai Vescovi, sotto forma di lettera circolare, a firma dei Superiori della Congregazione Concistoriale (fino al 1969). Dopo la pubblicazione dell’Istruzione De pastorali migratorum cura (1969) tale messaggio fu invece firmato dal Presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana (dal 1970 al 1979). A partire dal 1980, invece, il messaggio fu redatto dalla Segreteria di Stato, firmato dal Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, e inviato al Cardinale Sebastiano Baggio, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per la pastorale delle migrazioni e del turismo (costituita da Paolo VI nel 1970 con il Motu proprio Apostolicae caritatis), in forma di lettera a nome del Santo Padre, da inviarsi a tutta la Cattolicità (1980-1985).
Infine, il Santo Padre stesso, a partire dal 1986, appose la sua firma all’annuale messaggio, preparato con l’ausilio della Segreteria di Stato e del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti (quest’ultimo divenne tale con la Costituzione Apostolica Pastor Bonus del 1988). Dunque, Giovanni Paolo II firmò venti messaggi e Benedetto XVI otto.
3. I temi dei messaggi
La cosa più interessante, ovviamente, riguarda il contenuto dei messaggi, che, a partire dal 1968, con il Cardinale Giovanni Urbani, ebbero un tema specifico. Ecco l’elenco degli argomenti, a volte evidenziati come titolo, a volte desunti dall’argomentare del testo:
1968: Per la Chiesa non ci sono frontiere. Emigrazione: incontro di fratelli;
1969: Siamo tutti responsabili;
1970: L’emigrazione giovanile;
1971: Ogni uomo è mio fratello;
1972: I bambini italiani emigranti silenziosi e indifesi;
1973: La terza età;
1974: L’emigrato provocazione per la giustizia;
1975: Giustizia per la donna migrante;
1976: No all’esclusione;
1977: Gli emigranti costruttori d’Europa;
1978: Stranieri o fratelli;
1979: Scuola senza frontiere.
1980: Il Papa su famiglia migrante e comunità cristiana;
1981: Emigrazione è cultura;
1982: Dalla solidarietà alla comunione;
1983: Uniti nella diversità;
1984: Giovani in emigrazione, timori e speranze;
1985: L’altra faccia dell’emigrazione italiana.
1986: Diritto dei fedeli migranti alla libera integrazione ecclesiale;
1987: La famiglia emigrata;
1988: I laici cattolici e le migrazioni;
1989: Affido a Maria la difficile situazione personale dei migranti;
1990: Migrazione ed espansione del Regno di Dio;
1991: Una sapiente azione pastorale per salvaguardare i migranti dal proselitismo religioso;
1992: Le migrazioni presentano un duplice volto, quello della diversità e quello dell’universalità;
1993: Come accogliere lo straniero;
1994: Promuovere per le famiglie emigrate una cultura di operosa solidarietà;
1995: Penso a voi, donne cristiane, che nell’emigrazione potete rendere un grande servizio alla causa dell’evangelizzazione;
1996: La condizione di irregolarità legale non consente sconti sulla dignità umana;
1997: La fede opera per mezzo della carità;
1998: Sia rispettata ogni persona, siano bandite le discriminazioni che umiliano la dignità umana;
1999: Il Giubileo porta il credente ad aprirsi allo straniero;
2000: La sfida dell’esule dà al Giubileo un significato concreto: per i credenti esso diventa richiamo al cambiamento di vita;
2001: La pastorale per i migranti, via per l’adempimento della missione della Chiesa oggi;
2002: Migrazioni e dialogo inter-religioso;
2003: Per un impegno a vincere ogni razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato;
2004: Migrazioni in visione di pace;
2005: L’integrazione interculturale.
2006: Migrazioni: segno dei tempi;
2007: La famiglia migrante;
2008: I giovani migranti;
2009: San Paolo migrante, “Apostolo delle genti”;
2010: I migranti e i rifugiati minorenni;
2011: Una sola famiglia umana;
2012: Migrazioni e nuova evangelizzazione;
2013: Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza.
2014: “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”
2015: “Chiesa senza frontiere, Madre di tutti”
2016: “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”
2017: “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”
4. Sintesi
In sintesi, notiamo il seguente itinerario. All’inizio del ventesimo secolo, al culmine dei flussi migratori italiani verso diverse aree del mondo, la Giornata dell’emigrante entrò nel calendario delle celebrazioni della Chiesa cattolica, soprattutto in Italia, come una delle tante iniziative in favore dei migranti. La Congregazione Concistoriale si incaricò della sua attuazione in Italia, con direttive e suggerimenti. In effetti, le lettere che accompagnarono la Giornata, firmate dai Superiori della Concistoriale, in genere contenevano la raccomandazione di attivare adeguate strutture a sostegno dell’attività pastorale migratoria; vi è pure il richiamo alla solidarietà, accanto al rapporto finanziario della Giornata dell’anno precedente.
Negli anni Settanta avvenne un significativo cambiamento, poiché tali lettere diventarono veri messaggi a tema. In tal modo, la visione ecclesiologica del Concilio Vaticano II si rispecchiò anche nella pastorale migratoria, indirizzando la riflessione su temi di carattere biblico-teologico, relativi alla pastorale specifica. Così, il migrante emerse come persona e come cittadino soggetto di diritti e doveri. Da destinatario delle opere della carità cristiana, il migrante passò ad essere soggetto di evangelizzazione, protagonista del provvidenziale piano di Dio dell’incontro arricchente tra i popoli e della diffusione del Vangelo.
Infine, si consolidò la tradizione che il Santo Padre apponga la propria firma al Messaggio annuale per una Giornata estesa a tutta la Chiesa cattolica, in data unica, comprendente i migranti e i rifugiati. Si capisce bene, dunque, che si tratta di un’occasione privilegiata per offrire un approccio biblico-teologico alla pastorale della mobilità umana, che ha il suo apice in Gesù Salvatore, straniero nel mondo degli uomini, che continua la sua opera di salvezza attraverso gli stranieri di oggi, migranti e rifugiati.


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